28° Comandante (e primo sardo) della Brigata SASSARI. Si dimise dall'Esercito in segno di protesta per la campagna di stampa contro le Forze Armate dopo la missione Ibis in Somalia. Nel 2013 ha restituito le onorificenze di Cavaliere, Ufficiale e Commendatore dell'Ordine "Al merito della Repubblica Italiana"  in segno di dissenso per il comportamento dei politici nel caso dei Fucilieri di Marina  tenuti in ostaggio in India.

 

CAGLIARI, 10 NOVEMBRE 2017 - Con l'addensarsi all'orizzonte delle nubi elettorali ha ripreso vigore la campagna contro la presenza militare in Sardegna, presenza definita da A forasoccupazione” o “militarizzazione”, nonostante interessi lo 0,5% del territorio isolano e il 4% delle sue coste (peraltro in gran parte accessibili e fruibili, a meno della porzione non bonificata citata nel dossier, per lunghi periodo dell’anno). La sintesi conclusiva del documento è significativa: il SIAT, sistema informatico ideato per consentire un addestramento senza l’impiego di munizioni, viene così liquidato “rappresenta solo l’ennesimo tentativo di nascondere dietro un velo di modernità ed ecologia la solita vecchia e sporca guerra colonialista, volta all’accaparramento di materie prime” (apprezzabili il garbo propositivo, la pacatezza costruttiva e il tono misurato dell’affermazione degna di un Che Guevara della prima ora).
La campagna antimilitarista di A foras si inserisce quindi armonicamente in un cliché collaudato da anni: introdurre qualche elemento nuovo per sostituire le “bufale” non più proponibili , senza perdere di vista il fine ultimo di rinfrescare la visibilità politica e conseguentemente la rielezione dei più accesi antimilitaristi, assicurando loro un futuro prospero e mettendo in sicurezza la sopravvivenza, ma ormai si può parlare di immortalità, della Commissione d’indagine sull’uranio impoverito.
Non è il caso di soffermarsi sulla ridondanza di aggettivi e sulle incongruenze del documento (i terreni del poligono vengono etichettati in successione “formalmente requisiti” poi “comprati” e poi “espropriati”. In realtà nel 1959 lo Stato sborsò 208.000 lire per ogni ettaro, quando la stima era di 10.000 lire, valutazione che fece gola a 232 proprietari e non ai restanti 13 che subirono l’esproprio.) Scontata poi la frequenza di affermazioni rispettabili ma decisamente opinabili, come quella sopra citata, a fronte dell’assenza di qualunque autorevole parere non in linea con le tesi sostenute da A foras (la stessa ARPAS regionale è citata solo quando porta acqua al mulino di A foras).
Meritevole di attenzione, invece, il fatto che si citino senza il consueto entusiasmo l’UI e le polveri sottili, tasti battuti con insistenza per anni per essere poi sostituiti dal torio dei missili Milan, dal gas radon, dall’arsenico (presto ignorato perché non imputabile ai militari ma alle miniere di Baddu Locci), fino ad arrivare alle new entry di quest’anno: smaltimento del munizionamento scaduto, inclusi i missili Nike, e il famigerato WP, cioè il fosforo bianco, sostanza che si differenzia dagli esplosivi perché, anziché esplodere, in presenza di ossigeno brucia.
All’uscita di scena dell'UI hanno contribuito in realtà molti fattori, primo tra tutti il fatto che nei poligoni sardi non è mai stato sparato un proiettile di questo tipo (c’è voluto un decennio per far accettare questo banale dato di fatto agli onorevoli Pili e Scanu.) Quindi niente radiazioni, come ha inutilmente riferito per anni la stampa isolana! “Chiuse due inchieste della Procura di Cagliari. Nessuna traccia di UI”- La Nuova Sardegna del 25/2/2011. “Quirra. Salute a rischio? Uno studio lo nega”-La Nuova Sardegna del 1/4/2015. “L'ARPAS regionale approva le analisi effettuate nei poligoni. Superati gli esami effettuati dalla stessa agenzia” - L'Unione Sarda del 1/4/2015). Eppure fin dal settembre del 2001 il prof. Franco Nobile, a conclusione di una poderosa ricerca promossa dal Coordinamento Toscano della Lega contro i Tumori e condotta con la collaborazione di un centinaio di oncologi, ricercatori e tecnici che nell’arco di un anno sottoposero a trenta analisi di laboratorio ciascuno dei 612 paracadutisti del 186° reggimento più 12 giornalisti che li avevano seguiti in Bosnia, Kosovo, Somalia, Iraq, Mozambico e Timor Est, il professor Nobile concluse la relazione finale dello studio con le parole “…non sembra proprio il caso di parlare di effetti letali a causa dell’UI.” Nello stesso anno peraltro il professor Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Negri di Bergamo aveva scritto Cosa emerge da tutte queste conoscenze? Che l’UI, che emette 3 milioni di volte meno radioattività del Ra-226 che si usa per vedere al buio le lancette delle sveglie, alle concentrazioni a cui sono stati esposti i soldati del Golfo e del Kosovo non ha conseguenze sulla salute e non provoca cancro per effetto chimico, né per effetto della radioattività”. Significativo che antimilitaristi e personaggi del mondo politico isolano per anni non si siano chiesti come mai l’UI continui ad essere impiegato per realizzare le corone dentarie, gli stent per uso cardochirurgico, le serrature per le porte e migliaia di altri oggetti di uso quotidiano. Il colpo decisivo all’UI fu tuttavia inferto il 17/4/2015 dal TAR di Cagliari che chiuse il famoso caso Valery Melis, lo sfortunato ragazzo preso a emblema e simbolo per oltre un decennio di vittima dell'UI, con La sentenzaValery Melis è morto per cause che non hanno nulla a che vedere con l'UI. A questo punto c’è da chiedersi come mai, nonostante questi sviluppi, oggi sia ancora in vita la nota Commissione sull'UI che è costata e costa innumerevoli studi, analisi, ricerche, sopralluoghi, convegni, dibattiti, esumazioni di salme, spese giudiziarie e consulenze?
Le polveri sottili vennero in auge per l’appunto a seguito di una consulenza commissionata in quel di Modena alla biologa Maria Antonietta Gatti titolare, insieme al marito farmacista, di un gabinetto di analisi. Ma anche delle polveri sottili “militari”, ben note nella versione “civile” agli abitanti delle grandi città specie nel periodo invernale a causa del sommarsi dei fumi del riscaldamento e della circolazione automobilistica, si parlò sempre meno dopo che la Gatti dichiarò in un intervista all'Unione Sarda (26/9/2014) che ad esse era dovuta la strage di 70.000 americani a seguito dell'attentato delle Torri Gemelle (un dato che, se comunicato ufficialmente agli ambienti scientifici statunitensi, potrebbe gettare nel panico l’intero popolo americano, cui risultano per quell’attentato “appena” 2974 vittime e 24 dispersi). Ai dati terrificanti della Gatti fece eco la testimonianza non meno allarmante di un'altra esperta di inquinamento militare, Mariella Cao, portavoce del comitato “Gettiamo le basi”. In un’intervista all'Unione Sarda del 20/1/2016 la signora Cao dichiarò:”Nell'area di Quirra si è ammalato di tumore il 65 per cento della popolazione, una strage stile Hitler”. Anche in questo caso nessuna smentita né dissociazione da parte della Commissione di Inchiesta sopra citata, neanche quando l’Istituto Superiore di Sanità, a conclusione di una ricerca effettuata da un gruppo di scienziati guidati dalla dottoressa Loredana Musumeci, certificò (Unione Sarda del 15/8/2016): “Nessun aumento di patologie a Quirra e Teulada, nessuna contaminazione”.
 Allo stato dei fatti non resta che auspicare che l’effetto dannoso dei tre grammi di torio dei missili anticarro Milan sparati in passato a Capo Teulada (che peraltro, come affermato dall’ARPAS, non hanno lasciato traccia di radiazioni), ricalchi quello imputato all’UI e alle polveri sottili. Altrettanto si può dire per il gas radon, lo stesso che gli esperti dicono presente negli scantinati delle nostre abitazioni, donde la raccomandazione ad arieggiare spesso i locali. Quale frequentatore da una vita di quei poligoni posso garantire, se la cosa può tranquillizzare l’onorevole Pili, che per arieggiare Perdas e Teulada si avvicendano ogni giorno soprattutto il maestrale e lo scirocco.
Considerata la nota eccezionale longevità degli abitanti di Perdas e di Teulada (A foras potrebbe trovare interessante la lettura della ricerca sul tema effettuata da Donatella Petretto e Luca Gaviano, ricercatori dell’Università di Cagliari) è probabile che anche le new entry dell’ultima ora (il famigerato smaltimento del munizionamento obsoleto e il WP) non toglieranno il sonno né accorceranno la vita a chi vive all’interno o in prossimità del poligono di Capo Teulada.
Ma poiché la guardia non deve essere mai abbassata, non si possono non apprezzare le motivazioni che hanno indotto recentemente la Commissione sull’UI a portare davanti alle telecamere uno sfortunato ragazzo colpito da un raro tumore alla mammella e collegare tale patologia non all’UI o alle polveri sottili, ormai passate di moda, ma al WP (non radioattivo) contenuto nei proiettili per carro armato maneggiati per qualche secondo anni addietro dallo sfortunato ragazzo. L’unico rischio che tuttavia occorre non sottovalutare è che insistendo con queste ipotesi avulse da basi e conoscenze medico-scientifiche si condizionino gli indirizzi della ricerca scientifica nel campo dei tumori.
Per quanto riguarda gli aspetti economici e demografici, il documento appare alquanto lacunoso e contradditorio e non tiene conto del contesto isolano (i paesi della Sardegna centrale, ad esempio, registrano tutti un decremento demografico e un deterioramento economico generale).
L’impressione complessiva che si trae dalla lettura del dossier si può riassumere nel suggerimento a chi di dovere di tre proposte. La prima: finanziare un’ennesima consulenza all’orto botanico di Cagliari (una più una meno!) per verificare se sia da mettere in relazione all’”occupazione” militare della Sardegna anche la diffusione del punteruolo rosso che, come noto, ha causato la morte di molte palme proprio nell’abitato di Teulada. La seconda: allo scopo di stigmatizzare la divergenza di vedute tra A foras e il mondo militare, intestare la prima pagina dei futuri dossier, in contrapposizione al motto guerrafondaio della Brigata SASSARI “Forza paris”, con quello più pacifista e arcobaleno coniato da Carlo V: “Pocos, locos y male unidos” … con beneficio di inventario per quanto riguarda i “locos”. L’ultima proposta è rivolta invece a zio Vittorio Palmas, l’ultra centenario di Perdasdefogu che recentemente ha lanciato l’invito, divenuto virale sul web, a Piero Pelù: “Piero, vieni a mangiare con noi” (il cantante, come noto ai più, recentemente ha dato un valido aiuto alla Commissione sull’UI e contribuito alla demolizione dell’immagine di Perdas declassando il paese da “blue zone” decorato col Guinnes mondiale di longevità a Hiroshima e Cernobyl).
La proposta per ziu Vittoriu è di estendere l’invito alla Commissione sull’UI nonché a “A foras” e a “Gettiamo Le basi”. Sarebbe una magnifica occasione di festa a base di canti rock e in limba, balli sardi e non, culurgionis e carne di maialetto. Sarebbe un vero peccato per chi scrive non poter partecipare alla festa “a causa dei concomitanti impegni istituzionali di pensionato col colesterolo già alle stelle”.

                                                                                                                gen. nicolò manca

 

POLIGONI MILITARI, SALUTE E TUTELA AMBIENTE - MILITARY RANGES, HEALTH AND ENVIROMENT

...E SE ACCADESSE? CHIUDE POLIGONO CAPO TEULADA, SASSARINI RISCHIERATI NELLA PENISOLA

NO B'HAT ÒMINE - A CAPO FRASCA RESA DEI CONTI TRA PARTITI MINORI E QUELLI MAGGIORI

NOS HANTA ORROSCHIU - "CI HANNO STUFATO"

GRANDI NUMERI E PICCOLI UOMINI

RECORD DI LONGEVITA' ACCANTO AI POLIGONI SARDI, QUAL E' LA VERITA' SU INQUINAMENTO E SALUTE

URANIO IMPOVERITO IN SARDEGNA OVVERO LA GRANDE BUFALA

LE ETERNE (E COSTOSE) COMMISSIONI DI INCHIESTA

CONTRO LA PRESENZA MILITARE IN SARDEGNA NUOVO SEQUEL DELLA GRANDE BUFALA 2.0

SARDEGNA, FINTE VERITA' E SCOOP MANCATI

 

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AUT. TRIB. CAGLIARI N. 9/13 DEL 9 LUGLIO 2013 -
DIRETTORE RESPONSABILE PAOLO VACCA

 

 


GEN. NICOLO' MANCA

Speciali

 

 

 il punto di
  GIANGABRIELE CARTA

IL POLIGONO DI CAPO TEULADA E LA BRIGATA SASSARI

 

 il punto di
 NICOLO' MANCA

POLIGONI MILITARI, SALUTE E TUTELA DELL'AMBIENTE

 

il punto di
 GIANFRANCO SCALAS

 

lettera aperta
al Presidente Regione Autonoma Sardegna, Francesco Pigliaru

RENATO CAMMARATA
DELEGATO COCER ESERCITO

 


ANTONSERGIO BELFIORI
Delegato Nazionale
COCER INTERFORZE