CONSIDERAZIONI A
MARGINE DEL CONVEGNO PROMOSSO DA ARTIGIANI E COMMERCIANTI DEL
SULCIS-IGLESIENTE
(Carbonia 15/11/2014)
Quanto emerso dal convegno di Carbonia dovrebbe indurre alla
meditazione chi ha a cuore le sorti non solo del Sulcis-Iglesiente
ma della Sardegna intera. Netto e determinato, da parte del pubblico
intervenuto, lo schieramento a favore della presenza dei poligoni e
dei militari nell’isola. Più di una volta si sono registrati cenni
di contestazione contro i rappresentanti politici critici verso le
cosiddette servitù militari. Dato per scontato che la ricaduta
economica della presenza militare rappresenta un indubbio e
irrinunciabile vantaggio, sono emersi elementi che fanno vacillare
anche i luoghi comuni circa un altro cavallo di battaglia dei “no
servitù”: inquinamento del territorio e salute dei cittadini.
Il colonnello Sandro Branca, già comandante del 1° Reggimento
Corazzato di Capo Teulada, ha ribadito che nel poligono non è mai
stato impiegato munizionamento all’uranio impoverito. Il fatto che
tutte le indagini effettuate negli ultimi vent’anni dalle
commissioni di inchiesta che si sono avvicendate nei poligoni sardi
non abbiano trovato tracce di uranio impoverito, dovrebbe porre la
parola fine a qualunque illazione. Che poi dall’uranio impoverito si
sia ripiegato sulle polveri sottili, è apparso un tentativo,
peraltro rientrato senza lasciare segno, di continuare la battaglia
con altri pretesti. Anche il successivo passaggio dalle polveri
sottili al torio non ha avuto miglior fortuna. Significativo che
anche a La Maddalena il famigerato inquinamento radioattivo sia
scomparso dall’isola con la partenza degli americani e, con loro,
della relativa ricaduta di dollari!
Quel che dovrebbe far meditare i sostenitori dell’inquinamento,
oltre al fatto che le ipotesi inquinanti siano state sostenute non
da organi istituzionali ma da altri soggetti, alcuni dei quali
sospettati di inseguire una visibilità mediatica a buon mercato,
sono due ulteriori incontrovertibili realtà. L'Università di
Cagliari recentemente ha documentato che in Sardegna esiste un paese
dove vivono, oltre a quattro ultracentenari, 330
ultra-ottantacinquenni e 953 ultra-sessantacinquenni che “conservano
notevoli abilità e capacità cognitive”; tale circostanza
colloca questo paese tra le cosiddette “blue zone” del
pianeta. Esiste poi un secondo paese che detiene il Guinnes mondiale
di longevità perché nove fratelli, di cognome Melis, totalizzano 836
anni di vita. Il primo paese si chiama Teulada ed il secondo
Perdasdefogu. Che cosa accomuna i due abitati? Che entrambi
sono vicini a due “famigerati” poligoni e che gli anziani chiamati
in causa hanno mangiato da sempre i prodotti di quelle terre, bevuto
l’acqua di quelle sorgenti e respirato l’arie di quelle campagne.
Tutto inquinato?
Dal convegno è anche emersa una indicazione rivolta al Governo
regionale: perché non dedicare tempo ed energie, anziché nella
perenne contrapposizione col Governo nazionale, nel tentare invece
di realizzare iniziative economico-produttive nel 99,6% del
territorio regionale e nel 96% delle coste sarde dove non si
registrano presenze militari di alcun genere? Possibile che proprio
quello 0,4% del territorio e quel 4% di coste siano vitali per
l’economia isolana? Era così giustificato che la Regione Sardegna si
costituisse parte civile nel processo che la magistratura ha deciso
di celebrare contro i comandanti che si sono avvicendati a Perdas
negli ultimi anni? In tutto questo c’è del surreale, qualcosa che fa
cascare le braccia all’uomo della strada ignaro di leggi e armato
solo di buon senso. Una costituzione di parte civile appare
giustificata tutt'al più da parte di singoli comuni, ad esempio
Sant’Anna Arresi, paese contiguo al poligono e turisticamente
penalizzato. Per casi specifici appare ragionevole chiedere adeguati
indennizzi al governo centrale, indennizzi sui quali Roma non
dovrebbe traccheggiare, anche in considerazione del fatto che se
ogni mese si trovano 55 milioni di euro per mantenere i centri di
accoglienza dei migranti che la nostra Marina ha prelevato fin sulle
coste africane (con un costo di 9,5 milioni di euro/mese per
l’operatività della “Mare Nostrum”), qualche risorsa finanziaria da
destinare a questi indennizzi si dovrebbe pur trovare.
Ecco dove indirizzare l’azione del Governo regionale, in cose
concrete: indennizzi adeguati, continuità territoriale, ricaduta
tecnologica della presenza militare, “restituzione” di quel Centro
di reclutamento la cui cancellazione costringe ora a costosi viaggi
oltremare gli aspiranti volontari e via dicendo .
Tutto questo anche per onorare la promessa di Vittorio Emanuele
Orlando, un predecessore dell'attuale Presidente del Consiglio, che
il 16 giugno del 1918, a guerra finita, memore di che cosa avevano
fatto la Sardegna e la Brigata SASSARI per la Patria Italiana, in un
discorso tenuto alla Camera, disse: “L’Italia ha contratto un
grande debito di gratitudine verso la nobile isola”. Ecco
l’occasione per farlo, con buona pace dei protocolli, degli inutili
Co.Mi.Pa. e di ogni sterile e improduttiva contrapposizione politica
e ideologica. La motivazione di fondo che ognuno dovrebbe tener
presente, come ha giustamente sottolineato un consigliere regionale
presente al convegno, è che le Forze Armate servono e hanno bisogno
di addestrarsi, oggi come nel 1915. Allora si trattava di terre
irredente, oggi di terrorismo. Curiosa l'assonanza che accomuna le
radici di queste due emergenze.
Gen. Nicolò Manca
Sinnai, 16 Novembre 2014
18-12-2013 -
ESERCITAZIONE "IMPARE" DELLA BRIGATA SASSARI NEL POLIGONO DI CAPO
TEULADA
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AUT. TRIB. CAGLIARI N. 9/13 DEL 9 LUGLIO 2013 -
DIRETTORE RESPONSABILE
PAOLO
VACCA
GEN. NICOLO' MANCA
28° Comandante (e primo sardo) della Brigata SASSARI
Si dimise dall'Esercito in segno di protesta per la campagna di stampa
contro le Forze Armate dopo la missione Ibis in Somalia. Nel 2013 ha restituito le onorificenze di Cavaliere, Ufficiale e Commendatore
dell'Ordine “Al merito della Repubblica Italiana” per protestare per
il comportamento dei politici nel caso dei Fucilieri di Marina tenuti
in ostaggio in India
il
punto di
GIANGABRIELE CARTA
IL POLIGONO
DI CAPO TEULADA E LA BRIGATA SASSARI
lettera aperta
al Presidente Regione Autonoma Sardegna, Francesco Pigliaru
RENATO CAMMARATA
DELEGATO COCER ESERCITO
GIOVANNI SPADOLINI