SINNAI, 13 FEBBRAIO 2016 - Non tutti sanno che nonostante anche l’ARPAS - l’agenzia regionale per l’ambiente - abbia preso atto e dichiarato nello scorso aprile che i poligoni sardi avevano superato le analisi e gli esami cui erano stati sottoposti da oltre un decennio e che lo stesso Consiglio Regionale della Sardegna aveva approvato tali conclusioni (L’Unione Sarda del 1/4/2015 –pag.33), non tutti sanno, dicevo, che esiste ancora una nuova Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’uranio impoverito (quello, per intenderci, che non è mai stato impiegato nei poligoni sardi).

C'è però la novità che della Commissione fa parte la dottoressa Antonietta Gatti, se non ricordo male la laureata in fisica che, non trovando tracce di uranio impoverito “sardo”, ripiegò sulle polveri sottili - di cui i centri cittadini, a differenza dei poligoni - sono vittime. Polveri sottili che, secondo terrificanti stime della Gatti, avrebbero fatto ben 70.000 morti a seguito dell’attentato alle Torri Gemelle... roba da far venire l'infarto al presidente Obama. Tra gli effettivi di questa commissione, presieduta dal senatore Gianpiero Scanu (nella foto), c'è ora anche un ex sottufficiale dell'Esercito, il signor Domenico Leggiero, che la pensa come la Gatti. Suggerirei all’onorevole Scanu di avvalersi anche della collaborazione di un'altra esperta, una veterana di “Gettiamo le basi”, Mariella Cao, la signora che ha dichiarato (pag. VII dell’Unione del 20 gennnaio scorso) che “Nell’area di Quirra si è ammalato di tumore il 65% della popolazione, una strage stile Hitler”. Ma come i colleghi della Gatti e l'Istituto Superiore della Sanità si sono dimostrati piuttosto scettici sulle ricerche della collega, così le ASL della Sardegna hanno preferito non esprimersi sui catastrofici numeri della Cao che fa sopravvivere solo uno striminzito 35% della popolazione di Quirra.
All’onorevole Scanu segnalo anche il signor Doddore Meloni che recentemente ha ribadito il concetto che se si coltivassero carciofi ed altri ortaggi nei siti ora occupati dai militari e se si facesse del turismo nelle coste ora vincolate dai poligoni, i vantaggi per la Sardegna sarebbero incommensurabili (sorvolando ovviamente sul fatto che si potrebbero coltivare carciofi anche nel 99,5 % del territorio non occupato dai militari e fare del turismo nel 96% di coste sarde non interessate dalla presenza militare). Ma per il signor Meloni è prioritario azzerare quella che è stata definita “la seconda industria della Sardegna”.
L’attività di queste figure porterà certamente ad altri successi che si aggiungeranno alla chiusura della base di La Maddalena, alla partenza dei tedeschi dalla base di Decimomannu, al dirottamento verso la Sicilia e la Puglia di cospicui finanziamenti per lo sviluppo di programmi inizialmente previsti a Perdasdefogu e a Teulada. Altra conseguenza della indefessa attività di questi operatori, sarà il mancato completamento della Brigata SASSARI: 600 professionisti che avrebbero dovuto costituire, trasferendosi dalla Penisola, il reggimento logistico della Brigata nella caserma “Riva Villasanta” di Cagliari e il reggimento di artiglieria nella nuova caserma di Pratosardo a Nuoro. Drammatico per la Sardegna il danno economico, diretto e indotto, connesso con queste misure. E’ sul tavolo la stessa esistenza della Brigata SASSARI.
Grande plauso e giusta riconoscenza dei sardi a questi operatori mossi da “impegno sincero e convinto alla ricerca della verità”.
Per chiudere mi si consenta una curiosa riflessione che mi frulla da tempo nella mente: mi chiedo se tra i magistrati che hanno attribuito all'uranio impoverito danni da risarcire, ne sia mai capitato uno che abbia subito un intervento di cardiochirurgia per farsi inserire uno stent nelle coronarie. Sì, proprio uno stent, di quelli fatti con l'uranio impoverito... come le candele delle autovetture, le canne da pesca e circa altri 500 oggetti di uso quotidiano brevettati nel mondo.
                                                                                                                                                        Gen. D. (ris.) Nicolò Manca
                                                                                                                                        (già comandante della Brigata SASSARI)


il senatore gianpiero scanu, presidente della nuova commissione d'inchiesta sull'uranio

 

                                                               
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GEN. NICOLO' MANCA
28° Comandante (e primo sardo) della Brigata SASSARI  Si dimise dall'Esercito in segno di protesta per la campagna di stampa contro le Forze Armate dopo la missione Ibis in Somalia.  Nel 2013  ha restituito le onorificenze di Cavaliere, Ufficiale e Commendatore dell'Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”  per protestare per il comportamento dei politici nel caso dei Fucilieri di Marina  tenuti in ostaggio in India

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