Nonostante il caldo agostano, i noti fighters anti-presenza militare in Sardegna hanno aperto un nuovo fronte di combattimento a Foxi e a Sa Portedda, località vicine a Capo Teulada, dove un “esperto di statistica medica” arruolato dall'inossidabile commissione di inchiesta sull'uranio impoverito ha rilevato casi di mortalità per patologie cardiache o di altra natura in misura superiore rispetto alle aree circostanti. Le cause sarebbero da far risalire al “rumore per i cannoneggiamenti nel vicino poligono” o “per lo stress da sradicamento che un gruppo di famiglie ha subito quando le loro case sono andate distrutte per fare spazio alle attività militari”. C’è da augurarsi che questo “stress da sradicamento” non provochi danni analoghi a quelli causati dall'ormai dimenticato agnello “sardo” a due teste nato e fotografato (internet non perdona!) nelle campagne irlandesi.
Tirando le somme: preso atto che a Perdasdefogu la popolazione si è guadagnato il Guinnes mondiale di longevità e che i ricercatori cagliaritani Petretto e Gaviano hanno scoperto che gli abitanti di Teulada non sono da meno, oltre al nuovo fronte terrestre i fighters nostrani ne hanno aperto, al grido di “scordiamoci l'UI e tentiamo altre strade”, un altro di natura sanitaria.
Si impone un rapido cenno all’inizio dei combattimenti: circa 15 anni fa il responsabile di tutti i mali era l’UI, nonostante già dal 2001 il professor Giuseppe Remuzzi, dell’Istituto Negri di Bergamo, avesse cercato di indurre i fautori della teoria UI a desistere in quanto con tale materiale, precisava il celebre oncologo, oltre agli stent che i cardiochirurghi ci mettono nelle coronarie, si costruiscono anche serrature, componenti per forni a microonde, respiratori subacquei, candele per autovetture, microfoni, altoparlanti, cellulari, canne da pesca, mazze da golf, collari per cani e altri 1500 oggetti di uso quotidiano coperti da brevetto. Quindi, anche sulla base di ricerche già effettuate su 18.896 soldati americani e 19.454 inglesi nonché su statistiche riguardanti 60.000 soldati italiani che avevano operato in Bosnia e Kosovo, Remuzzi concludeva che in relazione all’UI “ i casi di leucemia hanno la stessa frequenza della popolazione normale”.
Conseguentemente da parte dei fighters ci fu un cambiamento di rotta e i poligoni sardi furono accusati di seminare morte con le ormai dimenticate polveri sottili, quelle tirate in ballo dalla consulente della procura di Lanusei, la modenese dottoressa Gatti che, unitamente al marito farmacista, elaborò teorie peraltro non condivise dal mondo scientifico. Naufragate anche le polveri sottili si passò, grazie all’ormai eterna commissione di inchiesta sull’UI e alla tenacia di quell’ex-governatore della Sardegna famoso per aver tentato di portare nell’Isola un pezzo della ricca Lombardia (chi non ricorda il suo programma politico infarcito di copia-incolla scopiazzati a sproposito dall’analogo documento lombardo?), si passò, dicevo, a pericoli più variegati e fumosi ma sempre apocalittici e catastrofici. Ora l’attenzione dei fighters è puntata sul “rumore da cannoneggiamenti”, sullo “stress da sradicamento” e sui missili anti-carro Milan che nelle prime versioni contenevano, ora non più, una cosiddetta “lunetta” con 13 grammi di torio 232. Senza entrare nel merito di queste nuove incombenti catastrofi, non è dato sapere quanto resti da vivere alla Sardegna per queste nuove calamità, ma certo è che ove dovessimo sopravvivere anche a queste sciagure, già corre voce che alla presenza militare in Sardegna sarà fatta risalire
(e sarà LA GRANDE BUFALA 3.0 ndr) anche la diffusione nell'Isola del morbo della lingua blu, della peste suina africana e del punteruolo rosso (tutte maledizioni bibliche portate a Capo Teulada, pare, da alcuni reparti Nato che si nutrivano di carne di pecora e di maiale nonché di datteri contaminati provenienti dai loro paesi di origine).
Per chiudere, rinnovo una proposta: perché non frenare l’emorragia di pubblico denaro (si valuta che tra commissioni, consulenze, sopralluoghi, riesumazioni, diarie e gettoni di presenza si siano già spesi ben più di 10 milioni di euro) e abbandonare la politica con la p minuscola per destinare invece più risorse ai ragazzi che soffrono di patologie contratte per cause tutte da scoprire, siano esse genetiche o ambientali? Perché non desistere dal tentativo di far perdere alla Sardegna, dopo La Maddalena e Decimomannu, anche la SASSARI? Perché non occuparsi invece dei 4 milioni e mezzo di italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà, oppure del terrorismo, oppure dell'ondata di migranti africani che rischia di travolgerci, oppure ...?
                                                                                                        GEN. NICOLO' MANCA
SINNAI, 12 AGOSTO 2016

 

                                                               
LA FAMIGLIA MELIS DI PERDASDEFOGU. NEL 2015, PER IL QUARTO ANNO CONSECUTIVO, HA CONQUISTATO IL TITOLO DI FAMIGLIA PIU' LONGEVA DEL MONDO: OTTO COMPONENTI VIVENTI PER UNA SOMMA COMPLESSIVA DI 745 ANNI E 210 GIORNI 

 

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GEN. NICOLO' MANCA
28° Comandante (e primo sardo) della Brigata SASSARI  Si dimise dall'Esercito in segno di protesta per la campagna di stampa contro le Forze Armate dopo la missione Ibis in Somalia.  Nel 2013  ha restituito le onorificenze di Cavaliere, Ufficiale e Commendatore dell'Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”  per protestare per il comportamento dei politici nel caso dei Fucilieri di Marina  tenuti in ostaggio in India

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