continua il contributo dei nostri lettori al dibattito sul tema della presenza militare in Sardegna

 

Come noto, i tedeschi si sono stancati delle allucinazioni del Comitato Misto Paritetico (Co.Mi.Pa.) Sardegna e dell'uso strumentale che le Giunte regionali sarde stanno facendo - e hanno fatto in passato - dei poligoni e di tutte le infrastrutture della Difesa quali unica origine e causa di tutti i mali ambientali (e non solo) dell'isola. Co.Mi.Pa. che, tra l’altro, è espressione del Consiglio Regionale e non della Giunta, anche se, evidentemente, qualcuno l’ha dimenticato e così crede di disporne a proprio uso e consumo.
Naturalmente nessuno o, comunque, pochi parlano dell'inquinamento, quello vero, e della devastazione ambientale, quella vera, causata dagli impianti industriali di Portovesme, di Ottana, di Porto Torres, ma anche dell’ex Sardamag di Sant'Antioco che, ancorché sia stata definitivamente smantellata - dopo un lungo quanto vano “accanimento terapeutico” per renderla produttiva - i suoi bei danni li ha fatti (vedasi il litorale antiochense che dal paese di Sant'Antioco raggiunge la località di Is Pruinis e oltre).
Nessuno mette mai in correlazione (o pochi disinteressati lo fanno) il fatto che la longevità nazionale e non solo batte tutti i record proprio in Ogliastra (sarà impazzito il CNR? Magari affetto dalla cosiddetta “Sindrome di Quirra?), dove sorge il Poligono di Salto di Quirra; che il paese con l'età media più elevata, a livello nazionale, è proprio Teulada (almeno secondo l'Unione Sarda).
Se ci sono modificazioni genetiche a causa della presenza dei poligoni e questi sono i risultati, vi prego, modificate anche me!
Purtroppo, nonostante si provi a fare un'informazione obiettiva e corretta non si riesce a scuotere la coscienza della gente, perché di solito desta l’interesse solo chi fa annunci sensazionalistici ed è abituato a parlare alla “pancia” della gente.Così molti si indignano, postano sui propri profili Facebook le proprie opinioni al riguardo, ma il tutto passa nell'indifferenza più totale.
Ci sarebbe bisogno di una forte scossa, di quelle che fanno alzare la gente dalle proprie comode poltrone (China su fronte si ses sezzidu pesa!), dallo stare sempre e comunque alla finestra ad aspettare l’evolversi degli eventi - salvo poi piangersi addosso quando questi prendono una “piega” non desiderata - e fargli prendere coscienza di ciò che quattro gatti spelacchiati, rappresentativi di nessuno se non di se stessi, stanno facendo al sistema economico-sociale sardo.
Verosimilmente i tedeschi andranno in Corsica, dove i francesi gli offriranno possibilità addestrative migliori rispetto a quelle offerte dal binomio Capo Frasca-Decimomannu. L'Aeronautica dovrà reimpiegare fuori dalla Sardegna coloro che sono in servizio a Decimomannu (o, se non altro, non porterà, in Sardegna, altro personale perché non esistono posizioni da occupare!) e il movimento antimilitarista (o pseudo tale) potrà concentrarsi esclusivamente su Teulada e Salto di Quirra, con il benestare (diretto e indiretto) dei politici regionali e nazionali sardi (di destra e di sinistra).
A tal riguardo, però, è bene sottolineare il fatto che, mentre i secondi lo dicono chiaramente fin dalla campagna elettorale, per tutta una serie di ragioni ideologiche (e non , come per esempio nel nome di un’autonomia - se non di un becero quanto datato indipendentismo (sarebbe interessante capire con quali risorse uno Stato indipendente sardo vivrebbe…e non si dica con il turismo, perché sarebbe un’imperdonabile offesa alle intelligenze delle persone perbene - che mai nessuno è riuscito, a parte le rivendicazioni di rito accompagnate da sogni farneticanti, a comprendere e ad attuare nel rispetto della legge e, soprattutto, dei veri interessi del Popolo Sardo), i primi si dicono solidali e dalla parte dei militari, ma con i fatti smentiscono tutto, salvo qualche eccezione.
E la cosa che offende di più - si badi bene, si è volutamente usato il verbo offendere - è che spesso si fanno vivi anche presso le caserme per "mungere" voti.
E scusate se ci si è un pochino “rotti i coglioni” di essere presi in giro, di sentire i razzi e le pallottole sparate contro di noi in Afghanistan, in Iraq e ovunque il nostro Paese - che si chiama Italia, e piaccia o no, Sardinia est Italia - ci manda e poi essere insultati, vilipesi e offesi, soprattutto nella nostra dignità e nelle nostre intelligenze, da questi cialtroni.
Che, tra l’altro, possono parlare e manifestare come fanno grazie anche a chi garantisce loro la sicurezza e la libertà di farlo (anche grazie all’addestramento svolto nei poligoni).
Non è solo una questione di indotto, che pure è importante. È l'idea che se la tua gente ti tratta in un certo modo, se i mass-media regionali (leggasi Unione Sarda) ne fanno solo una questione ideologica scrivendo tonnellate di pagine di disinformazione, parlano di uranio impoverito sempre e comunque senza avere la più pallida idea di che cazzo è e a cosa serve, vedono complotti ovunque, continuano a dipingere i sardi come popolo colonizzato, maltrattato dallo Stato del quale sono parte integrante a pieno titolo, le povere vittime di un sistema persecutorio scientificamente studiato e posto in essere per noi, che tanto siamo sempre “pocos, locos y male unidos” (peraltro senza rendersi conto che oggi affermano qualcosa che contraddice quello scritto ieri o che sarà pubblicato dopodomani); se gli ipocriti ti dicono che: “i poligoni no, non li vogliamo ma guai a toccare la gloriosa Brigata Sassari”…
Beh, non è davvero più accettabile.
Il nome Brigata SASSARI, per pronunciarlo, occorre esserne assolutamente degni (Sa fide nostra no la pagat dinari) e non farsi belli con i suoi colori (Ruiu su coro e s'animu che lizzu cussos colores adornant s'istendarde), come ha fatto qualcuno sull'Altipiano di Asiago, e postando su you tube un video patetico tanto per fare presa sulla coscienza e sul nostro senso di identità. Ma colui che cita i morti della Brigata e quanto hanno dato per il loro Paese (che si chiama sempre Italia), è in grado di immaginare cosa davvero gli direbbero se potessero parlargli per davvero?
Da sardo mi sento molto offeso da questo squallore senza precedenti, avviato pretestuosamente molti anni fa e cavalcato alla grande da una certa classe politica che non ha nulla di meglio da dire e da offrire ai propri elettori se non trovare nello Stato e nella sua organizzazione della Difesa - che notoriamente non può, per ovvie ragioni deontologiche e costituzionali, replicare a tutte le fandonie che vengono dette e scritte e quindi è come sparare sulla Croce Rossa - il capro espiatorio a tutti i mali che affliggono la società sarda.
E poi, quando i poligoni saranno chiusi, davvero si crede che i terreni saranno restituiti l'indomani?
Le operazioni di bonifica previste per legge durerebbero anni e richiederebbero finanziamenti molto ingenti che adesso non ci sono e che non ci saranno se non nel lungo periodo (almeno 20/30 anni).
Cosa facciamo nel frattempo, oltre a continuare a comportarci da buoni “Tafazzi”?
Quindi, come sempre, cornuti e mazziati (o meglio, ancora una volta, pocos, locos y male unidos, perché a distanza di secoli il nostro comportamento è sempre quello di seguire il capobranco che alza la voce più degli altri, anche se dice cazzate, e di scannarci vicendevolmente, secondo la miglior tradizione latina del "divide et impera". In questo sono d’accordo sulla descrizione dei sardi fatta qualche tempo fa dal Direttore dell’Unione Sarda sul suo blog).
Davvero qualcuno pensa che, chiudendo i poligoni, la Brigata SASSARI possa continuare a vivere senza possibilità di addestrarsi (per farlo nella penisola costa almeno il doppio se non il triplo)? E quando, per rispettare i numeri di legge (244/2012) nel 2024 l’Esercito dovrà arrivare a essere di circa 90.000 uomini e donne, senza nessuno scivolo che agevoli i pre-pensionamenti, dove si andrà a tagliare, se è già stato tagliato tutto il possibile? Naturalmente si sarà costretti a guardare le Brigate operative e la SASSARI sarebbe la meno difendibile di tutte sotto questo aspetto. Ai posteri l'ardua sentenza...
Nel frattempo, spero che la gente se ne ricordi, nel segreto della cabina elettorale, quando (e se) andrà a votare.

Forza Paris                                                                                       
                                                                                                                        un soldato 

CAGLIARI, 12 GENNAIO 2016

 


cagliari, 7 novembre 2012 - "assemblea generale popolo sardo" davanti al consiglio regionale

 

cagliari, 17 aprile 2013 - immagini dalla seconda giornata del trofeo dimonios, la competizione tra squadre dei reparti della brigata sassari che gareggiano, sottoponendosi a verifiche di conoscenza di materie militari, prove di orientamento, di resistenza, di agilità, di forza e di concentrazione in contesto militare

 

 

 

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