IN UNA MOSTRA A ROMA L'ORRORE DELLA GRANDE GUERRA
VISTO CON GLI OCCHI DEI SOLDATI, PER NON DIMENTICARE

"Di queste case / Non è rimasto / Che qualche / Brandello di muro / Di tanti / Che mi corrispondevano / Non è rimasto / Neppure tanto / Ma nel cuore / Nessuna croce manca / E’ il mio cuore / Il paese più straziato" .  1916 - San Martino del Carso di Giuseppe Ungaretti
 

ROMA, 3 GIUGNO 2014 - Uno scarpone chiodato: del soldato che lo indossava è rimasta solo la gamba maciullata. Il resto del corpo non c'è più. E' una delle tante immagini che, con l'effetto di un pugno allo stomaco, aiutano a comprendere quale immane tragedia fu la guerra che cento anni fa sconvolse l'Europa e costò all'Italia la perdita di 680.000 uomini. Allestita nella galleria "Tempi Moderni" di Via Giulia 80 a Roma,  la mostra “Trincee ’14/18, La Grande Guerra negli occhi di un soldato”, promossa dalla Fondazione Mario Moderni, è costituita prevalentemente da una esclusiva collezione di 1000 lastre fotografiche stereoscopiche tridimensionali, scattate in prima linea dai pionieri delle "combat camera", istantanee che permettono di fare un salto all'indietro di  un secolo e vedere la Grande Guerra come la vedevano i soldati.
Oltre alle foto inedite, la Mostra ospita anche altro prezioso materiale esclusivo, di proprietà della  Fondazione Mario Moderni,  con sculture e dipinti realizzati da artisti dell'epoca, medaglie, bandiere ed oggettistica originale della Prima Guerra Mondiale; manoscritti, documenti e pubblicistica d’epoca anche di fonte francese. Particolarmente affascinante la possibilità di visualizzare le foto con stereoclassificatori del primo decennio del XX secolo. In una delle sale espositive vi è un grande schermo sul quale scorre un audiovisivo realizzato dalla società Amygdala, sponsor della Mostra, avvalendosi anche della documentazione fotografica inedita della Fondazione, che consente al visitatore di ripercorrere pensieri, dubbi, paure di un soldato, il mutare del suo stato d’animo dalla partenza in guerra nell’esultanza per la Patria, alla tragica disillusione della morte che rende tutti uguali, commilitoni e nemici. E dalla visita si esce con una maggior consapevolezza  sull'orrore della guerra e rinnovato rispetto per quei soldati, senza distinzione di nazionalità. Alla Sardegna la Grande Guerra costò la perdita di 13.602 uomini su una popolazione che, al censimento del 1911, faceva registrare poco più di 800 mila abitanti. Al primo conflitto mondiale parteciparono 108 mila Sardi tra i 18 e i 45 anni: ne morirono 138 ogni 1000, contro una media nazionale di 104 caduti ogni 1000 coscritti.  (PV)
 Per gentile concessione della Fondazione Mario Moderni pubblichiamo alcune foto della mostra.

 

 

 

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